domenica 19 giugno 2016

Una ricetta letteraria - La Fenice Book - BlogTour #6

La sesta tappa del BlogTour è una tappa culinaria; il blog La Fenice Book ha infatti ospitato una ricetta tratta dal Gattopardo, citata in Fotografie in Re Maggiore... una buona idea per un pranzo domenicale letterario!

Nel romanzo il Gattopardo si parla del timballo di maccheroni del signor Monsú.
Le protagoniste di Fotografie in Re Maggiore si lanciano nell’impresa di cucinarlo:

Ero certa che gli ospiti alle nostre cene non capivano davvero quanto tempo passassimo in cucina per preparare qualcosa di “buono, originale, raffinato, non pretenzioso, non costoso, che-non-ci-obbligasse-a-stare-tutto-il-tempo-in-cucina-in-presenza-degli-invitati”. Sicuramente Andrea non se ne rendeva conto.
Livia aveva i capelli cosparsi di farina, se ne accorse:
– No, no, no! –
Leo aveva cucinato per Livia il timballo del Gattopardo un paio di settimane prima e lei era impazzita. Fatica sprecata secondo me:
– Te l’avevo detto che dovevamo ordinare qualcosa di pronto... cinese, pizza, marocchino–
– Avevi ragione, ma questo piatto cucinato da Leo è sembrato così semplice –
– Ma stiamo cucinando per: Gianluca che quando t’invita a pranzo ti propina i bastoncini di pesce! Camilla, che la pasta non riesce mai a scolarla al momento giusto. Non so molto di Nicola e Fabio in cucina... ma non mi sembrano dei gran cuochi –
– Hai ragione, più che darti ragione non posso fare –
Aprì il forno e ci sbatté dentro la teglia.
– Livia? –
– Sì –
– Oggi mi sono resa conto che non nella mia vita non c’è alcun segreto... non è un po’ triste?–
– No, che segreti dovresti avere? Un conto bancario alle Cayman? –
– Beh, tu hai la storia con Leo da nascondere. Insomma se domani sparissi, gli inquirenti inizierebbero a fare delle ricerche, risalirebbero alla storia segreta con Leo, alla doppia relazione con Mattia... in televisione non si parlerebbe d’altro che della tua scomparsa –
Livia sgranò gli occhi, evidentemente l’idea della sua scomparsa alla ribalta non la rendeva felice.
– Se io sparissi, al telegiornale si parlerebbe ben poco di me –
– Non ne sono certa, io lo direi subito che sei pazza –
Riflettei un po’:
– Leo sarebbe il primo sospettato del tuo omicidio –
– Ma non ero scomparsa? –
– Ma sì, è uguale –
– Sei sicura che l’anestetizzante usato dal dentista non abbia avuto effetti collaterali? –
(Fotografie in Re Maggiore)

Il timballo del Gattopardo è un antica ricetta siciliana che veniva gustata soprattutto dalle classi aristocratiche. Ecco la descrizione del timballo nel Gattopardo, durante un banchetto nella residenza estiva di Donnafugata:

L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio.
(Il Gattopardo - Tomasi di Lampedusa)

Dalla descrizione si puó intuire che è un piatto caratterizzato da molti ingredienti e che mescola dolce e salato. Ecco una ricetta che potrebbe avvicinarsi a quella descritta da Tomasi de Lampedusa:

Ingredienti

Per il ripieno
400 ml sugo di carne, 1/2 pollo lessato, 100 g funghi, 100 g fegatini di pollo, 200 g prosciutto cotto, tagliato a striscioline, 100 g di salsiccia, 120 g pisellini novelli, 500 g maccheroni, parmigiano grattugiato, 3 uova sode a fette,
sale e pepe, un tartufo nero.

Per la pasta frolla
400 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di burro a temperatura ambiente, sale e cannella un pizzico, 4 tuorli d'uovo.

Per la crema pasticcera
3 cucchiai di zucchero, 3 tuorli d'uovo, 2 cucchiai di farina, sale e cannella un pizzico, 1/2 litro di latte.

Forse perchè mpazzita come Livia, io stessa ho provato a farne una versione più moderna e meno aristocratica, sicuramente più semplice. Di solito non adoro mescolare i diversi tipi di carne e l’idea della pasta nella pasta sfoglia mi sembrava davvero pesante... peró dovevo pur mantenere qualcosa del timballo del signor Monsù.

Quindi, ecco la mia versione della ricetta... o quella di Elisa e Livia:

Timballo di pasta di Elisa e Livia

Ingredienti


Pasta frolla classica (abbastanza per farne due dischi da 30 cm di diametro, spessa non piú di 1 cm.
Per il ripieno
250 ml sugo di carne
2 Petti di pollo lessato
100 g funghi,
100 g prosciutto cotto tagliato a striscioline
100 g pisellini novelli,
200 g maccheroni,
cannella,
noce moscada
timo
sale e pepe

Con le quantità date viene un ripieno per un timballo abbastanza alto, a me avanza sempre un po’ del ripieno. 
La preparazione è lunga, ma semplice: i funghi vanno tagliati pezzetti e cotti in umido in un tegame e cosí anche i piselli (possono essere cotti insieme, ma attenzione che i funghi cuociono piú velocemente). Quando sono cotti aggiungere 2 mestoli di sugo (il sugo non deve essere troppo denso) aggiungete sale, pepe e speziate con un po’di timo, noce moscata e un cucchiaio di cannella. Lasciar cuocere per un paio di minuti, poi togliere dal fuoco e unire il prosciutto cotto tagliato a stricioline. Cuocere la pasta al dente in acqua salata e aggiungerla al resto. Poi bollire i petti di pollo e tagliarli a pezzetti (non troppo grandi, dadini di 2 cm).
 Mescolare il tutto in una ciotola abbastanza grande.
Nel frattempo stendere due dischi di pasta frolla (io ho una teglia di 26 cm e ho fatto due dischi di 30 cm) in una teglia tonda stendere la pasta sfoglia, riempirla con il ripieno e chiuderla con l’altro disco di pasta frolla. Infornare il tutto per 30 minuti a 210 gradi (dipende molto dal forno, considerate che l’unica cosa che va cotta è la pasta frolla).
E ta-ta-da-daaa, un piatto sicuramente completo, da non mangiare prima di un bagno in mare o in piscina.

Io ho allegato la foto del mio, ma se cercate timballo di pasta del Gattopardo trovere timballi dall’aspetto e dal sapore sicuramente piú filologicamente corretti.

Buon appetito e buona lettura!

Ps: Per chi osa e per chi ama i contrasti dolce salato al ripieno puó essere aggiunta una spolverata di zucchero di canna al ripieno, per richiamare la mistione con la crema pasticcera.

Un Ringraziamento a Rosa e il blog La Fenice Book
La Fenice Book

venerdì 17 giugno 2016

Cinema e e televisione - Il Cibo della mente - BlogTour 5#


Quinta tappa del BlogTour che approfondisce i gusti delle protagoniste di Fotografie in Re Maggiore riguardo cinema e televisione.

Tappa pubblicata dal Blog Il Cibo della Mente


Le protagoniste di “Fotografie in Re Maggiore” Elisa e Livia soffrono di una seria dipendenza... non è quella da shopping, non da scarpe, non da libri (forse un po’...).

Due piccoli estratti per capire meglio:

Andrea e Elisa
– Così rimani a casa questa sera? –
– Sì, io e Livia abbiamo programmi –
– Sì? Cosa? –
– Questa sera c’è Desperate Housewife –
– Certo il vostro programma di telefilm è veramente ferreo, come fate a seguirne tanti? –
– È un impegno molto serio, ma ci applichiamo con l’ausilio di dvd... –


Livia e Leo
- (...) Ora devi andare, devi volatilizzarti da qui prima delle nove –
– Sta arrivando il tuo caro tennista? –
– Oh no, ho un impegno con Elisa –
– Non mentirmi –
– Dico la verità, mi prenderesti in giro se ti dicessi tutto –
– Se non me lo dici non ti crederò mai –
– Questa sera c’è Lost –
Leo scoppiò a ridere.
– Te l’avevo detto che avresti riso di me! –
– Tu ed Elisa siete da far curare –
– Ah-ah! Ora vattene, vai a cercare il tuo abito per la festa. Scommetto che ti basterà cercare tra i vestiti di quando eri ragazzo –
– Non ammetto che una persona così dipendente dalle serie tv, faccia battute su di me –



Televisione e cinema sono molto presenti nelle vite di Elisa e Livia: il primo appuntamento di Livia e Mattia è al cinema; ed è al cinema che inizia una delle discussioni Livia ed Elisa sulla loro concezione dell’amore perfetto.

Elisa e Livia guardano un infinito numero di serie tv con un impegno forse esagerato (o forse no...).


Quali serie seguono le protagoniste di “Fotografie in Re Maggiore”?

La stesura del romanzo è iniziata qualche anno fa e per questo le serie citate risalgono a quegli anni; in cima alla lista ci sono “Desperate Housewife” e “Lost”. Elisa e Livia amano di sicuro serie cariche di mistero e suspence.
Un romanzo che affronta il tema dell’amicizia non puó di certo ignorare serie tv dove l’amicizia ha un ruolo fondamentale, proprio come “Friends” e “Will and Grace”, che vengono citate come esempi di perfetta convivenza tra amici, proprio come quella di Elisa e Livia.
Nella descrizione del personaggio di Leo c’è un riferimento a “Dr House”... ma non sarà di certo svelato qui cosa...

E quali, tra le nuove serie, seguirebbero oggi Livia ed Elisa?
Sicuramente sarebbero amanti di “Downton Abbey”. Elisa con i suoi gusti letterari non potrebbe fare a meno di desiderare di vivere nella residenza di Downton. Guardarebbero di certo di “Orange is the new black”, quel giusto equilibrio di suspence e narrazione al femminile... e in qualche modo anche un esempio di convivenza, ma non proprio perfetta.


Oltre alle serie tv, Livia ed Elisa vivono tra continue citazioni cinematografiche.
Sicuramente i film in costume sono tra i preferiti di Elisa. Ad esempio, proprio in una domenica di pioggia Elisa prova a convincere (con scarso successo) Andrea a guardare un adattamento cinematografico di Shakespeare. Suggerisce: “Shakespeare in Love” e “Nel bel mezzo di un gelido inverno”; quest’ultimo in realtà non è adattamento di un’opera di Shakespeare, ma un film diretto da Keneth Branagh, dove un attore in crisi organizza una rappresentazione teatrale dell’Amleto, con grandi difficoltà tragicomiche. Assolutamente consigliato per chi ama Shakespeare.
Livia “impavida” prova a guardare “The Ring” da sola, ma per sua fortuna trova un insolito compagno di visione in Andrea. Film horror a parte, Livia è un’appassionata di film d’autore: Woody Allen, Tim Burton, Kubrick... e si dispiace quando trova Elisa e Andrea che guardano “Jules e Jim”, ormai alla fine.
“Jules e Jim” è un film della Nouvelle Vague di Truffeaut, tratto dal romanzo di Henri-Pierre Roché, una storia che richiama in parte il legame d’amicizia di Livia ed Elisa, ma anche il triangolo amoroso tra Livia, Mattia e Leo.
Leo è particolarmente legato alle colonne sonore di alcuni film, infatti è il compositore delle musiche di un film francese Hostile (film di fantasia, che però nella mia mente ha preso corpo in “The Cotton Club” di Coppola).
Tra i film che attraversano “Fotografie in Re Maggiore” ci sono anche le commedie romantiche: sia Mattia che Leo citano Hugh Grant come re del genere ed entrambi lo fanno per convincere Livia a cedere.
E infine “Moulin Rouge”, un film musicale di Baz Luhrmann, romantico, ma di certo non una commedia, citato da Leo che si dichiara pronto a cantare il duetto tra Nicole Kidman e Ewan McGregor.

In fondo Elisa e Livia non sono dipendenti da film e tv... il loro è solo un sano interesse culturale. :) E voi? Trovato qualche spunto interessante per film o serie tv? 

Un grazie a Pamela di Il Cibo della mente per l'ospitalità nel suo blog.



martedì 7 giugno 2016

I personaggi minori - Mille e un libro - BlogTour 4#

Personaggi in pillole


Il blog tour di Fotografie in Re Maggiore vede Elisa e Livia come protagoniste assolute. È giusto, però, parlare anche dei personaggi che le accompagnano. Il blog Mille e un libro ha dato spazio alle altre personalità che seguono e accompagnano le protagoniste.

Eccoli dunque, "gli altri", ma nessuna descrizione imparziale ed esterna, ma tante piccole soggettive attrvarso gli occchi di Elisa e Livia:

Andrea 
(Elisa:)Andrea era lontano coi suoi amici all’apice di una risata. Com’era possibile che stesse con me? Troppo carino, brillante e popolare per me. L’avrei voluto raggiungere, ma mi piaceva ammirarlo da lontano come se fossi un’estranea.

Leo 
U(Livia:)n uomo distinto, slanciato, atletico, i capelli scuri lisci ma vagamente ondeggianti, spettinati. Occhi scuri, neri e profondi, scrutanti. Aveva uno stile fatto apposta per un musicista, o quello che a me sembrava lo stile di un musicista. Una giacca nera sopra un dolcevita grigio scuro, un pantalone nero e poi quel guizzo: scarpe da ginnastica rosse. (...)
Qualcosa in lui mi attraeva fortemente, forse quell’aria di assennatezza mista a qualcos’altro. L’impressione di un’anima capricciosa; sembrava impersonificare la responsabilità, ma le sue azioni tradivano un’assopita irrazionalità.

Mattia 
(Livia:)Entrò (in palestra) un ragazzo, alto, vagamente roseo, atletico ma non palestrato, solo sportivo. Il viso appuntito, i capelli castani ricciuti, disordinati, gli occhi brillanti. Sì, anche lui poteva essere un carattere fisso della palestra: il ragazzo affabile che sa sempre qualcosa di muscoli, calorie, proteine, esercizi di defaticamento. Carino, anche più di carino, ma purtroppo senza senso dell’umorismo, ciò nonostante simpatico a tutti. Ovviamente molte ragazze lo trovano simpatico, ma altrettanto ovviamente lui ha una ragazza snella, alta, coi capelli setosi da poter fare uno spot di un balsamo e bella, bella davvero, senza doversi uccidere di esercizi per dimagrire o rassodarsi. La si vede in palestra solamente alla chiusura, quando viene a prendere il suo ragazzo con la loro macchina nuova. A casa hanno un cane, un cucciolo di labrador, bello anche lui.

Gianluca 
(Livia:)Gianluca era il vicino di casa di mia nonna. Mio coetaneo, l'avevo conosciuto come “il bambino che abita alla porta affianco”, poi, quando mi ero trasferita da mio padre, era stata l'unica conoscenza nel nuovo quartiere e quindi mi aveva salvato dall'isolamento completo. (...)
Gianluca era il tipo di ragazzo che i genitori e le nonne adorano: educato, simpatico, sempre in ordine, curato, che saluta sempre.

Giulia 
(Elisa:)Mi ricordavo perfettamente di Giulia, perché l’avevo sempre odiata: gelosia pura era il mio male. (...) La ragazza figlia di un avvocato che studiava e prendeva appunti all’universitá con una Mont Blanc.

Camilla 
(Elisa:)Era stato Gianluca a presentarci Camilla, una sua collega dell’università che col tempo era divenuta un’amicizia più vicina a noi che a Gianluca, forse perché condivideva alcune nostre passioni come Jane Austen, la cannella e il Martini.

Valentina 
(Elisa:) Valentina era quella che ci aveva costrette ad andare nello stesso bar quasi tutti i giorni per un mese perché trovava il cameriere “niente male”, questo fino a quando lui aveva deciso che dopo tutto anche lei non era “niente male”. Un equilibrio di opinioni reciproche che era durato circa due mesi.

Mira Graz 
(Livia:)Ora sapevo dove Mira era stata in vacanza e dove sarebbe andata, che aveva un fratello più grande, che veniva da una famiglia poverissima. A Mira piacevano la primavera e l’autunno perché l’estate e l’inverno erano due stagioni troppo estreme. Adorava la cucina indiana ed era stata in India un infinito numero di volte. Guidava la macchina, ma aveva causato talmente tanti incidenti che i suoi più cari amici l’avevano pregata di vendere la sua automobile. Aveva tante piante nel suo appartamento, perché le piaceva avere il verde intorno a lei. Non era brava con le nuove tecnologie, sapeva usare bene computer e cellulare, ma solo e sempre dello stesso tipo. Indossava raramente pantaloni, perché sua madre le aveva detto che una signora indossa sempre la gonna. E non poteva mai uscire senza rossetto, anche se di colore neutro. Il pranzo era durato in fondo solo un paio d’ore.

Cristina 
(Elisa:)Anche Cristina era venuta alla scuola di danza di mia madre, ma con risultati ancor più scarsi dei miei. No, Cristina non era una ragazza particolarmente portata per la musica e in effetti neanche particolarmente aggraziata, con i suoi piedi enormi non portava altro che scarpe da ginnastica e non avevo mai capito se i suoi capelli fossero spettinati per scelta o per sventura.

Gianni 
(Livia:)Gianni, un mio collega con qualche anno in più di me, ma bigotto e maschilista fino all’inverosimile. E ora lui avrebbe lavorato con la Divina Graz, alla quale avrebbe proposto una di quelle orride copertine con una banalissima foto di un paesaggio di mare o qualcosa del genere. (...)

Ed eccolo arrivare, Gianni. Anche conosciuto come Gianni il Bigotto, Gianni il Borioso, Gianni il Maschilista o Gianni il Misogino.

Il post completo sul blog di Ilaria, Mille e un libro che ringrazio.


lunedì 6 giugno 2016

Fiori di notte - il cuore in un libro - BlogTour #3


Terza tappa del blogtour pubblicata dal blog Il cuore in un libro.
Questo estratto proviene dalla parte iniziale del romanzo, a poche pagine dall’inizio (a 15 pagine per l’esattezza). La narrazione nel romanzo alterna le voci di Elisa e Livia, nel romanzo non è difficile capire chi è a narrare, in questo estratto per chiarezza ho indicato chi è
                                                la narratrice:
ELISA
Il citofono gracchiò.
– Ma che ore sono? È mezzanotte, da quando riceviamo visite a quest’ora! –
– Sarà Leo, vai tu –
– No, Leo è impegnato con la sua vita reale questa sera. Deve essere Andrea che ti è venuto a fare una sorpresa, vai tu –
– Non credo sia Andrea, lui non fa sorprese. Lui mi svela le sorprese cinque minuti prima di farmele perché teme di sbagliare –
– Ma io ho freddo –
– Ok, ok, vado io –
Dopo aver lasciato chiunque fosse fuori dal portone al freddo per un bel po’, andai a rispondere:
– Chi è? –
– Ho una consegna per Livia Fei –
– A quest’ora? –
– Sì –
L’uomo sventolò un mazzo di fiori alla videocamera del citofono:
– Salga, quarto piano –
Trascorse del tempo prima che un uomo grassoccio col viso arrossato e un po’ asmatico si presentasse alla porta. Una giacca a vento verde marcio, i capelli grigiastri radi.
– Livia Fei? –
– Sì, li prendo io –
L’uomo non era molto contento dell’ascensore rotto.
Si soffiò energicamente il naso in un fazzoletto marrone a quadri.
– Vuole un bicchiere d’acqua? –
– No, voglio andare a casa a dormire –
– Ehm… ok, buona notte –
Tornai da Livia:
– Sono per te –
Livia prese il mazzo di calle bianche, un semplice biglietto, nero su bianco:
Per Te, Leo.
Sorrise, non le servivano altre parole.
– Leo si ricorda i tuoi fiori preferiti anche a mezzanotte –
Odiavo cordialmente Leo per questo.
Una di quelle persone che sembrano distratte, ma al contrario annotano tutto nella loro mente fotografica e ricordano ogni più piccolo dettaglio, dalla passione più stramba alla fissa più idiota. E forse ricordarsi i fiori preferiti della propria amante non è poi un grande sforzo, ma lo detestavo per saper toccare i tasti giusti al momento giusto, persino con la superba e pretenziosa Livia, che era lì che guardava i suoi fiori vagamente sospettosa.
– Cos’hai? Non ti piace la sorpresa? –
– Oh sì, moltissimo. Li vado a mettere in un vaso –
Livia si allontanò con i fiori in mano, strusciando a terra le pantofole soffici troppo grandi ai suoi piedi.
Sarei stata di certo felice se quella fosse stata una sorpresa per me da Andrea, ma non sarebbe mai stato un suo gesto. Fiori di notte. Perché no? Ero un’ipocrita, li avrei adorati.
Fiori di notte senza motivo.
Non avrei mai trovato nulla di male in quel gesto, se non fosse stato fatto da Leo. Era barocco, solo un gesto per accattivarsi Livia, per tenerla legata a sé, per tenersi l’amante buona mentre poteva continuare indisturbato con la sua vita.
– Livia, non senti d’esser trattata come nient’altro che un’amante? –
– Che domanda diretta! No, insomma, forse dall’esterno può sembrare così e ti capisco, ma io so cosa intendeva Leo mandandomi dei fiori –
– A me sembrerebbe… non so come dirlo senza offenderti –
– Tenersi l’amante in caldo per quando nei prossimi giorni ne avrà bisogno? –
– Sì –
– No. Non è così e comunque non m’interessa. Mi piace passare il tempo con Leo, sto bene con lui, mi piace poter essere in una relazione, ma allo stesso tempo non sentirmi soffocata. Mi piace sentirmi legata a lui quando siamo alla distanza di un bacio e di sentirmi libera quando non siamo a portata di sguardo –
– Io non potrei vivere senza sapere d’essere l’unica per Andrea –
– Io… beh, io sono felice così –

LIVIA
Viviamo in un’epoca senza poesia.
Dopo aver sistemato i fiori, mi rituffai nuovamente nella mia coperta.
Aperto un libro provavo a leggere, ma sottecchi guardavo Elisa: il suo profilo fragile e delicato. Il suo sguardo trasognato, perso nella musica che stava ascoltando e in chissà quale altra vita.
Lo sapevo. Sapevo che Elisa era lontana dalla realtà ora, perché Elisa aveva due mondi, quello in cui viveva e quello in cui poteva perdersi lontana. Forse uno psicologo l’avrebbe definito disturbo della concentrazione. Elisa ora era lontana in quei mondi mai esistiti fatti di menzogne oniriche.
Sognava ad occhi aperti, mentre tutto il resto spariva.
E io ero lì, in quella realtà vile, che forse io stessa contribuivo a rendere vile.

RIFLESSIONI SULL'ESTRATTO
Un piccolo brano che coglie perfettamente i caratteri e le idee di Elisa e Livia, ma non solo, introduce infatti anche alcune dinamiche tra i personaggi.
Livia riceve un mazzo di fiori in piena notte, delle calle bianche. Non si capisce quale sia la reazione di Livia a quei fiori, perchè Livia non esterna facilmente i propri sentimenti, soprattutto quando si tratta di Leo.
Leo è l’uomo sposato con il quale Livia ha una relazione da diversi anni. Proprio questo elemento è in qualche modo fondamentale per Livia, il sapere che non è una storia con lieto fine. Livia non vuole una relazione romantica per sempre con Leo, lei è felice di quell’istante di felicità che condividono, quell’istante puó essere un minuto o cinque anni, poco importa a Livia: “Mi piace passare il tempo con Leo, sto bene con lui, mi piace poter essere in una relazione, ma allo stesso tempo non sentirmi soffocata. Mi piace sentirmi legata a lui quando siamo alla distanza di un bacio e di sentirmi libera quando non siamo a portata di sguardo.”

Elisa non riesce neanche a concepire l’idea di amare di Livia, la sua idea di relazione; per lei l’amore deve essere totalizzante. Elisa non comprende a fondo i sentimenti di Livia, eppure non ne dubita, dubita invece della sincerità di quelli di Leo. E proprio quei fiori rappresentano per Elisa la finzione di una relazione che non puó esistere, se è solo il tradimento all’interno di un matrimonio.

Eppure, nonostante queste differenti visioni, sia Livia che Elisa desiderano un pezzetto della vita dell’altra: Elisa vorrebbe ricevere fiori di notte senza alcun motivo da Andrea, il suo amore vero e unico, ma non abbastanza poetico e romantico come vorrebbe lei.
Livia d’altronde vede in Elisa degli ideali, un’aspirazione poetica che manca nella sua vita e che in fondo rimpiange.


Un grazie a Francesca per aver messo ospitato questo estratto di Fotografie in Re Maggiore nel suo blog il Cuore in un libro

venerdì 3 giugno 2016

Intervista - Peccati di Penna - BlogTour #2



Intervista apparsa su Peccati di Penna di Ornella Calcagnile
Blogtour Fotografie in Re Maggiore - 31 maggio 2016

Benvenuta su Peccati di Penna, Claudia!

Allora, quando hai scoperto la passione per la scrittura?

È stata la passione per la lettura a portarmi alla scrittura. Il poter vivere altre vite, altre storie, attraverso la lettura mi ha portato con naturalezza a volerne inventare altre.
Sembra un po’ uno stereotipo, ma mi sembra di scrivere da sempre, da quando da bambina tenevo un’agenda gialla dove scrivevo racconti. Ricordo che intorno ai 10 anni avevo scritto un racconto immaginando la fine del mondo, lo lessi a mia madre e la sua reazione fu: “Non potresti scrivere qualcosa di più allegro?”. Lei probabilmente non se lo ricorda, io invece credo di avere ancora quella vecchia agenda gialla da qualche parte.

Qual è stato il tuo primo testo?
A parte i brevi racconti che scrivevo da piccola e le poesie da adolescente, ho iniziato molto presto con i romanzi. Prima della pubblicazione di Fotografie in Re Maggiore ho scritto quattro romanzi: uno su un gruppo di adolescenti, due storici e un mezzo giallo... si tratta solo di esercizi, non ho mai provato a pubblicarli, ma ogni tanto li risfoglio (il primo è stato scritto a mano) e anche se il linguaggio è terribile e le storie molto infuenzate dalle letture che amavo in quegli anni, mi sento ancora affezionata alle storie e i personaggi.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Leggo soprattutto i classici (letteratura ottocentesca o primo Novecento) o narrativa contemporanea. Non leggo generi specifici (niente fantasy o thriller). A volte leggo qualche giallo, ma quelli dalla struttura classica (quindi Aghata Christie, Camilleri...).
Leggo pochi libri di poesia e pochissimi racconti, preferisco un romanzo da centinaia di pagine che mi crei dipendeza e che dopo averlo terminato mi sembra di non poter vivere senza. Leggo anche testi teatrali da Pirandello a Wilde, da Shakespeare a Becket.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Lungo, ma lineare. Ho scampato un editore a pagamento e poi ho trovato Lettere Animate, col quale adesso sto lavorando per la versione cartacea di Fotografie in Re Maggiore.

Come è nata l’idea di Fotografie a Re Maggiore? Cosa ti ha ispirato?
Pagine: 415 Prezzo: 1,49 € | Pagina Facebook Blog
Link d’acquisto: AmazonIbsFeltrinelliKobo
Un’idea si è sedimentata sull’altra. È quasi difficile trovare la vera idea iniziale, forse un episodio riguardante Livia e un suo amore giovanile (che poi ho tagliato). Tra le prime idea c’è stata la riflessione sull’amore, su quello e ideale la riflessione sulla possibilità di amare due persone contemporaneamente.

Quanto c’è di te in questo testo?
C’è tutto di me. Questo non significa che sia autobiografico, perché non lo è. Nulla di quello che è succede alle protagoniste è accaduto a me... forse solo lo spunto per un episodio in Belgio.
Per il resto le personalità delle protagoniste incarnano diverse sfaccettature del mio carattere, ma c’è qualcosa di me in ogni descrizione e in ogni personaggio, anche in quelli che persino io detesto.


Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Non ho mai avuto il blocco dello scrittore... piuttosto pause forzate dalla scrittura, perché troppo impegnata con altro, ma la mente è sempre a lavoro.

Cosa vuoi comunicare con il tuo Fotografie in Re Maggiore?
Il romanzo s’interroga sui compromessi che si affrontano per raggiungere la felicità nei diversi ambiti (lavoro, amore, amicizia...). Non è un romanzo con un messaggio, con una morale... è piuttosto una riflessione.
Nonostante le storie sentimentali delle protagoniste sembrano essere il motore della storia e in esse sembra esserci un messaggio, il fulcro del romanzo è l’amicizia tra Elisa e Livia, e i loro caratteri.

Cosa pensi del Self-Publishing?
Mentre mandavo le varie lettere agli editori mi sono chiesta cosa avrei fatto se nessuno avesse voluto pubblicare il mio romanzo. Sarei ricorsa al Self-publishing? Forse sì, ma non sarebbe stato un atto di vanity press (beh, un po’ sì), ma soprattutto il voler lasciar andare verso altri le mie idee, le mie parole, la storia da me inventata, tenerla chiusa per sempre in un computer non avrebbe avuto senso.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Sono in fase di strutturazione per un nuovo romanzo... un po’ noir. Ho scritto qualche pagina, ma per ora sono più concentrata sull’organizzazione degli avvenimenti.


Questa mia intervista è tratta dal blog Peccati di Penna di:
Ornella Calcagnile copywriter e scrittrice di romanzi e racconti urban fantasy e paranormal romance. Per scoprire qualcosa di piú sulla sua attivitá di scrittrice ecco il suo blog autrice: http://ornellacalcagnilefantasy.blogspot.be/