venerdì 6 aprile 2018

Melodramma e blueberry muffin



Il sole alto, un’unica nota in quel pentagramma celeste.
Allegretto.

Una domenica mattina limpida, la voce di Andrea accanto a me, una colazione all'aperto come quella di Manet. Stesi sul prato col naso all'insù a seguire le trasformazioni di quelle spume bianche nel cielo.
Allegro delicato.

Attendevamo l’inizio di una lettura itinerante di poesie a Villa Borghese.
Vivace.

Un vento austero mi scosse i capelli pungendomi il viso, ostile poi, soffiò via quei lievi merletti bianchi e trascinò al loro posto un’oscura creatura.
Andante.

Una goccia sulla mia guancia da quell'orrenda nube nera.
Moderato.

Lo scroscio violento su di noi. Durante la fuga verso la macchina mi cadde di mano il muffin ai mirtilli. Lo lasciai affogare.
Bellicoso grave.

Rientrammo in un appartamento inospitale, da riordinare. Livia non ne aveva avuto tempo, io la voglia.
Andrea si sfilò le scarpe fradice con una risata:
– Bene, cosa vogliamo farne di questa domenica mattina di pioggia? Qualche idea? –
Togliendo di mezzo un giornale che avevo lasciato spalancato e scomposto sul divano, mi si sfogliò tra le mani e le pagine si sparpagliarono a terra. Furiosa:
– Perché devi essere sempre contento? Sempre ottimista? –
– È un semplice cercare il lato positivo di una situazione. Innervosirsi per futili motivi non porta a nulla –
– A volte non ci sono aspetti positivi e la rabbia è l’unica via –
– Non è così. Non possiamo andare a questa passeggiata poetica a cui tenevi tanto, è vero, ma sarà rimandata a un’altra volta. Abbiamo, invece, una giornata pigra e tranquilla a casa –
– Finiremo col passare tutto il giorno a guardare la tv –
– Eri così allegra poco fa, ora sei così rabbiosa –
– Perché piove! Piove sempre, piove troppo quest’anno! Odio quando il tempo è così incostante –
– E perché? È come il tuo mutevole umore –
– Mi stai dando dell’instabile meteoropatica? –
– No, ti sto dicendo che sei imprevedibile e adorabile. Come quel sonetto: Shall I compare thee to a summer’s day? Cosa c’è di più bello dell’essere paragonati a una giornata d’estate, anche se tormentata da un acquazzone? –
Il corso dei miei pensieri mutò di nuovo; non più una piena tortuosa, ma un limpido e placido fluire. Sorrisi ad Andrea.
– Non guardarmi così! Solo qualche vago ricordo di una noiosissima lezione di letteratura inglese del liceo. Ti ricordi quanto era insopportabile la Fani? Mi odiava! –
Soffocai i suoi ricordi liceali:
– Visto che piove potremmo guardare un film. Qualcosa di Shakespeare. Che ne dici di Shakespeare in love o di Nel bel mezzo di un gelido inverno? –
– No, ti prego! –
Il momento lirico di Andrea era già finito.

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