Il blog tour di Fotografie in Re Maggiore vede Elisa e Livia come protagoniste assolute. È giusto, però, parlare anche dei personaggi che le accompagnano. Il blog Mille e un libro ha dato spazio alle altre personalità che seguono e accompagnano le protagoniste.
Eccoli dunque, "gli altri", ma nessuna descrizione imparziale ed esterna, ma tante piccole soggettive attrvarso gli occchi di Elisa e Livia:
Andrea
(Elisa:)Andrea era lontano coi suoi amici all’apice di una risata. Com’era possibile che stesse con me? Troppo carino, brillante e popolare per me. L’avrei voluto raggiungere, ma mi piaceva ammirarlo da lontano come se fossi un’estranea.
Leo
U(Livia:)n uomo distinto, slanciato, atletico, i capelli scuri lisci ma vagamente ondeggianti, spettinati. Occhi scuri, neri e profondi, scrutanti. Aveva uno stile fatto apposta per un musicista, o quello che a me sembrava lo stile di un musicista. Una giacca nera sopra un dolcevita grigio scuro, un pantalone nero e poi quel guizzo: scarpe da ginnastica rosse. (...)
Qualcosa in lui mi attraeva fortemente, forse quell’aria di assennatezza mista a qualcos’altro. L’impressione di un’anima capricciosa; sembrava impersonificare la responsabilità, ma le sue azioni tradivano un’assopita irrazionalità.
Mattia
(Livia:)Entrò (in palestra) un ragazzo, alto, vagamente roseo, atletico ma non palestrato, solo sportivo. Il viso appuntito, i capelli castani ricciuti, disordinati, gli occhi brillanti. Sì, anche lui poteva essere un carattere fisso della palestra: il ragazzo affabile che sa sempre qualcosa di muscoli, calorie, proteine, esercizi di defaticamento. Carino, anche più di carino, ma purtroppo senza senso dell’umorismo, ciò nonostante simpatico a tutti. Ovviamente molte ragazze lo trovano simpatico, ma altrettanto ovviamente lui ha una ragazza snella, alta, coi capelli setosi da poter fare uno spot di un balsamo e bella, bella davvero, senza doversi uccidere di esercizi per dimagrire o rassodarsi. La si vede in palestra solamente alla chiusura, quando viene a prendere il suo ragazzo con la loro macchina nuova. A casa hanno un cane, un cucciolo di labrador, bello anche lui.
Gianluca
(Livia:)Gianluca era il vicino di casa di mia nonna. Mio coetaneo, l'avevo conosciuto come “il bambino che abita alla porta affianco”, poi, quando mi ero trasferita da mio padre, era stata l'unica conoscenza nel nuovo quartiere e quindi mi aveva salvato dall'isolamento completo. (...)
Gianluca era il tipo di ragazzo che i genitori e le nonne adorano: educato, simpatico, sempre in ordine, curato, che saluta sempre.
Giulia
(Elisa:)Mi ricordavo perfettamente di Giulia, perché l’avevo sempre odiata: gelosia pura era il mio male. (...) La ragazza figlia di un avvocato che studiava e prendeva appunti all’universitá con una Mont Blanc.
Camilla
(Elisa:)Era stato Gianluca a presentarci Camilla, una sua collega dell’università che col tempo era divenuta un’amicizia più vicina a noi che a Gianluca, forse perché condivideva alcune nostre passioni come Jane Austen, la cannella e il Martini.
Valentina
(Elisa:) Valentina era quella che ci aveva costrette ad andare nello stesso bar quasi tutti i giorni per un mese perché trovava il cameriere “niente male”, questo fino a quando lui aveva deciso che dopo tutto anche lei non era “niente male”. Un equilibrio di opinioni reciproche che era durato circa due mesi.
Mira Graz
(Livia:)Ora sapevo dove Mira era stata in vacanza e dove sarebbe andata, che aveva un fratello più grande, che veniva da una famiglia poverissima. A Mira piacevano la primavera e l’autunno perché l’estate e l’inverno erano due stagioni troppo estreme. Adorava la cucina indiana ed era stata in India un infinito numero di volte. Guidava la macchina, ma aveva causato talmente tanti incidenti che i suoi più cari amici l’avevano pregata di vendere la sua automobile. Aveva tante piante nel suo appartamento, perché le piaceva avere il verde intorno a lei. Non era brava con le nuove tecnologie, sapeva usare bene computer e cellulare, ma solo e sempre dello stesso tipo. Indossava raramente pantaloni, perché sua madre le aveva detto che una signora indossa sempre la gonna. E non poteva mai uscire senza rossetto, anche se di colore neutro. Il pranzo era durato in fondo solo un paio d’ore.
Cristina
(Elisa:)Anche Cristina era venuta alla scuola di danza di mia madre, ma con risultati ancor più scarsi dei miei. No, Cristina non era una ragazza particolarmente portata per la musica e in effetti neanche particolarmente aggraziata, con i suoi piedi enormi non portava altro che scarpe da ginnastica e non avevo mai capito se i suoi capelli fossero spettinati per scelta o per sventura.
Gianni
(Livia:)Gianni, un mio collega con qualche anno in più di me, ma bigotto e maschilista fino all’inverosimile. E ora lui avrebbe lavorato con la Divina Graz, alla quale avrebbe proposto una di quelle orride copertine con una banalissima foto di un paesaggio di mare o qualcosa del genere. (...)
Ed eccolo arrivare, Gianni. Anche conosciuto come Gianni il Bigotto, Gianni il Borioso, Gianni il Maschilista o Gianni il Misogino.
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