La sesta tappa del BlogTour è una tappa culinaria; il blog La Fenice Book ha infatti ospitato una ricetta tratta dal Gattopardo, citata in Fotografie in Re Maggiore... una buona idea per un pranzo domenicale letterario!
Nel romanzo il Gattopardo si parla del timballo di maccheroni del signor Monsú.
Le protagoniste di Fotografie in Re Maggiore si lanciano nell’impresa di cucinarlo:
Ero certa che gli ospiti alle nostre cene non capivano davvero quanto tempo passassimo in cucina per preparare qualcosa di “buono, originale, raffinato, non pretenzioso, non costoso, che-non-ci-obbligasse-a-stare-tutto-il-tempo-in-cucina-in-presenza-degli-invitati”. Sicuramente Andrea non se ne rendeva conto.
Livia aveva i capelli cosparsi di farina, se ne accorse:
Nel romanzo il Gattopardo si parla del timballo di maccheroni del signor Monsú.
Le protagoniste di Fotografie in Re Maggiore si lanciano nell’impresa di cucinarlo:
Ero certa che gli ospiti alle nostre cene non capivano davvero quanto tempo passassimo in cucina per preparare qualcosa di “buono, originale, raffinato, non pretenzioso, non costoso, che-non-ci-obbligasse-a-stare-tutto-il-tempo-in-cucina-in-presenza-degli-invitati”. Sicuramente Andrea non se ne rendeva conto.
Livia aveva i capelli cosparsi di farina, se ne accorse:
– No, no, no! –
Leo aveva cucinato per Livia il timballo del Gattopardo un paio di
settimane prima e lei era impazzita. Fatica sprecata secondo me:
– Te l’avevo detto che dovevamo ordinare qualcosa di pronto... cinese,
pizza, marocchino–
– Avevi ragione, ma questo piatto cucinato da Leo è sembrato così
semplice –
– Ma stiamo cucinando per: Gianluca che quando t’invita a pranzo ti
propina i bastoncini di pesce! Camilla, che la pasta non riesce mai a scolarla
al momento giusto. Non so molto di Nicola e Fabio in cucina... ma non mi
sembrano dei gran cuochi –
– Hai ragione, più che darti ragione non posso fare –
Aprì il forno e ci sbatté dentro la teglia.
– Livia? –
– Sì –
– Oggi mi sono resa conto che non nella mia vita non c’è alcun
segreto... non è un po’ triste?–
– No, che segreti dovresti avere? Un conto bancario alle Cayman? –
– Beh, tu hai la storia con Leo da nascondere. Insomma se domani
sparissi, gli inquirenti inizierebbero a fare delle ricerche, risalirebbero
alla storia segreta con Leo, alla doppia relazione con Mattia... in televisione
non si parlerebbe d’altro che della tua scomparsa –
Livia sgranò gli occhi, evidentemente l’idea della sua scomparsa alla
ribalta non la rendeva felice.
– Se io sparissi, al telegiornale si parlerebbe ben poco di me –
– Non ne sono certa, io lo direi subito che sei pazza –
Riflettei un po’:
– Leo sarebbe il primo sospettato del tuo omicidio –
– Ma non ero scomparsa? –
– Ma sì, è uguale –
– Sei sicura che l’anestetizzante usato dal dentista non abbia avuto
effetti collaterali? –
(Fotografie in Re Maggiore)
Il timballo del
Gattopardo è un antica ricetta siciliana che veniva gustata soprattutto dalle
classi aristocratiche. Ecco la descrizione del timballo nel Gattopardo, durante
un banchetto nella residenza estiva di Donnafugata:
L’oro brunito dell’involucro, la fragranza di zucchero e di cannella che
ne emanava non erano che il preludio della sensazione di delizia che si
sprigionava dall’interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva
dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli
ovetti duri, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate
nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l’estratto di carne
conferiva un prezioso color camoscio.
(Il Gattopardo - Tomasi di Lampedusa)
Dalla descrizione si
puó intuire che è un piatto caratterizzato da molti ingredienti e che mescola
dolce e salato. Ecco una ricetta che potrebbe avvicinarsi a quella descritta da
Tomasi de Lampedusa:
Ingredienti
Per il ripieno
400 ml sugo di carne,
1/2 pollo lessato, 100 g funghi, 100 g fegatini di pollo, 200 g prosciutto
cotto, tagliato a striscioline, 100 g di salsiccia, 120 g pisellini novelli,
500 g maccheroni, parmigiano grattugiato, 3 uova sode a fette,
sale e pepe, un
tartufo nero.
Per la pasta frolla
400 g di farina, 200
g di zucchero, 200 g di burro a temperatura ambiente, sale e cannella un
pizzico, 4 tuorli d'uovo.
Per la crema
pasticcera
3 cucchiai di
zucchero, 3 tuorli d'uovo, 2 cucchiai di farina, sale e cannella un pizzico,
1/2 litro di latte.
Forse perchè mpazzita
come Livia, io stessa ho provato a farne una versione più moderna e meno
aristocratica, sicuramente più semplice. Di solito non adoro mescolare i
diversi tipi di carne e l’idea della pasta nella pasta sfoglia mi sembrava
davvero pesante... peró dovevo pur mantenere qualcosa del timballo del signor
Monsù.
Quindi, ecco la mia versione
della ricetta... o quella di Elisa e Livia:
Timballo di pasta di Elisa e Livia
Pasta frolla classica
(abbastanza per farne due dischi da 30 cm di diametro, spessa non piú di 1 cm.
Per il ripieno
250 ml sugo di carne
2 Petti di pollo
lessato
100 g funghi,
100 g prosciutto
cotto tagliato a striscioline
100 g pisellini novelli,
200 g maccheroni,
cannella,
noce moscada
timo
sale e pepe
Con le quantità
date viene un ripieno per un timballo abbastanza alto, a me avanza sempre un
po’ del ripieno.
La preparazione è
lunga, ma semplice: i funghi vanno tagliati pezzetti e cotti in umido in un
tegame e cosí anche i piselli (possono essere cotti insieme, ma attenzione che
i funghi cuociono piú velocemente). Quando sono cotti aggiungere 2 mestoli di
sugo (il sugo non deve essere troppo denso) aggiungete sale, pepe e speziate
con un po’di timo, noce moscata e un cucchiaio di cannella. Lasciar cuocere per
un paio di minuti, poi togliere dal fuoco e unire il prosciutto cotto tagliato
a stricioline. Cuocere la pasta al dente in acqua salata e aggiungerla al resto.
Poi bollire i petti di pollo e tagliarli a pezzetti (non troppo grandi, dadini
di 2 cm).
Mescolare il tutto in una ciotola abbastanza
grande.
Nel frattempo stendere
due dischi di pasta frolla (io ho una teglia di 26 cm e ho fatto due dischi di
30 cm) in una teglia tonda stendere la pasta sfoglia, riempirla con il ripieno
e chiuderla con l’altro disco di pasta frolla. Infornare il tutto per 30 minuti
a 210 gradi (dipende molto dal forno, considerate che l’unica cosa che va cotta
è la pasta frolla).
E ta-ta-da-daaa, un piatto
sicuramente completo, da non mangiare prima di un bagno in mare o in piscina.
Io ho allegato la
foto del mio, ma se cercate timballo di pasta del Gattopardo trovere timballi dall’aspetto
e dal sapore sicuramente piú filologicamente corretti.
Buon appetito e buona
lettura!
Ps: Per chi osa e per
chi ama i contrasti dolce salato al ripieno puó essere aggiunta una spolverata
di zucchero di canna al ripieno, per richiamare la mistione con la crema
pasticcera.
Un Ringraziamento a Rosa e il blog La Fenice Book
Nessun commento:
Posta un commento